Quando si ha intenzione di coltivare delle piante come il fico d’india, è necessario mettere in evidenza come le piantine più giovani debbano ovviamente essere annaffiate in modo sporadico, evitando di effettuare questa operazione troppo frequentemente.
Infatti, le annaffiature si devono concentrare, almeno una volta, durante il periodo che va dal mese di marzo fino ad ottobre. Le piante che sono state ormai collocate a dimora, nella maggior parte dei casi, sono in grado di svilupparsi semplicemente tramite le precipitazioni atmosferiche, anche se nel momento in cui devono affrontare dei lunghi periodi di siccità potrebbero aver bisogno di annaffiature.
Per quanto riguarda il terreno, è importante mettere in evidenza come le piante di fico d’india prediligono tutti quei substrati decisamente drenati e, al tempo stesso, anche sabbiosi.
Inoltre, si possono considerare delle piante che non si sviluppano molto bene all’interno di tutti quei terreni con un’elevata concentrazione di sostanza organica, ma non predilige nemmeno quelli eccessivamente umidi.
Non dobbiamo dimenticare come, per quanto riguarda la moltiplicazione, si tratta di un’operazione che, nella maggior parte dei casi, si porta a termine mediante talea. Quindi, basta solamente collocare a dimora un segmento di fusto completo, aspettando però che si sia asciugato per circa 12 ore. In definitiva, bisogna riconoscere come si tratti di piante che sono in grado di radicare con estrema facilità.
Il fico d’india soffre in modo particolare nel momento in cui viene attaccato dalla cocciniglia.
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