Alberi da frutta

Gli alberi da frutta sono quegli alberi che non solo producono frutti, ma i cui frutti vengono utilizzati dall’uomo per mangiarli oppure per trarre un beneficio economico dalla loro vendita.

Ecco che bisogna aggiungere alla categoria degli alberi da frutto anche alcune piante erbacee, come ad esempio il melone o il cocomero; allo stesso modo dovremo inserire nel novero degli alberi da frutto anche piante rampicanti o arbustive, come vite e lampone.

Per chiarire ancora meglio i “confini” della categoria degli alberi da frutto, bisogna sottolineare come invece ne vengano esclusi alberi come, ad esempio, il tiglio o il platano, in quanto non producono frutti che possono essere sfruttati dal punto di vista economico.

Gli alberi da frutto, inoltre, svolgono anche un’altra interessante funzione, ovvero permettono di dare un tocco di bellezza in più ai nostri giardini.

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      prosegui ... , infatti, si caratterizzano per avere dei fiori molto belli e colorati che fanno un po’ da “clessidra”, rappresentando tutte le stagioni che passano: ovviamente, nel periodo primaverile, si potrà godere di uno spettacolo davvero unico.

      Gli alberi da frutta rappresentano quella categoria di alberi che scandiscono in modo pressoché perfetto il passare delle stagioni.

      Con la primavera, l’albero fiorirà, dando vita ad uno spettacolo incantevole ed affascinante: ecco spiegato il motivo per cui molti giardini vengono abbelliti con degli alberi da frutta, dato che i loro fiori sono colorati e splendenti.

      In ogni caso, lo sviluppo dei frutti si ha nel momento successivo al periodo di fioritura e viene chiamato allegazione.

      Tuttavia, bisogna tenere in considerazione il fatto che non tutti i frutti potranno essere portati a maturazione: è quasi impossibile avvenga una cosa del genere, dato che diversi fattori incidono negativamente sulla pianta, a partire dalla presenza di parassiti o di carenze di tipo nutrizionale, ma anche sotto l’aspetto climatico, con condizioni meteorologiche che non permettono la piena maturazione di tutti i frutti dell’albero.

      La fecondazione, com’è facile intuire, avviene solamente nel caso in cui polline ed ovuli sono compatibili.

      Quando parliamo di alberi da frutta, facciamo più che altro riferimento a tutti quegli alberi che producono sì dei frutti, ma che questi ultimi vengono poi sfruttati dall’uomo, sia che rientrano nella semplice alimentazione, sia invece quanto si ottenga un profitto economico dalla loro vendita.

      Ecco perché si fanno rientrare in questa categoria delle piante erbacee, come ad esempio il melone, oppure il cocomero o, ancora, le fragole e invece vengono esclusi dal novero degli alberi da frutto piante come tiglio, platano e così via, per il semplice che i frutti da essi prodotti non si possono sfruttare dal punto di vista economico.

      Gli alberi da frutto, ovviamente, oltre a fornire dei frutti molto gustosi e buoni, ci permettono anche di alzare il livello di qualità del giardino sotto il profilo estetico: soprattutto, in primavera, quando i loro fiori colorati rinascono in tutto il loro splendore, gli alberi da frutto diventano davvero la soluzione ideale per abbellire nel migliore dei modi i nostri spazi verdi.

      In alcuni casi di alberi da frutta, come ad esempio le pomacee e le drupacee, che rientrano pienamente in questa categoria, nel caso in cui il seme non riesce a formarsi, si otterrà un numero di frutti davvero esiguo o, in altri casi, addirittura nemmeno uno.

      Per quanto concerne, ad esempio, alcuni tipi di arance e kiwi, nel caso in cui non vi è la formazione del seme, lo sviluppo dei frutti non viene diminuito, per il semplice motivo che avviene senza fecondazione.

      Invece, nella maggior parte dei casi, la fecondazione si compie unicamente quando vi è una corrispondenza certa ed effettiva tra polline ed ovuli, in modo tale da far nascere il seme.

      Abbiamo appena visto che, però, il procedimento non è lo stesso per tutti gli alberi da frutta, ma può variare in base alla specie che viene presa in considerazione.

      Nel caso in cui si voglia inserire, all’interno del nostro spazio verde a disposizione, degli alberi da frutta, ovviamente è bene conoscere nel dettaglio le esigenze di questo nuovo vegetale.

      Per chi non lo sapesse, la categoria degli alberi da frutta ha dei confini piuttosto estesi.

      Sì, perché non vengono considerati alberi da frutto solamente quelli che producono appunto frutti che poi vengono mangiati dagli uomini, ma anche quelli che vengono sfruttati per un fine economico e la cui vendita provoca un profitto.

      Ecco spiegato il motivo per cui alla categoria degli alberi da frutto appartengono anche determinate piante erbacee come il cocomero, le fragole o anche il melone, ma anche delle piante rampicanti o arbustive come vite e lampone.

      Insomma, per farla breve, alberi come tiglio e platano, al contrario, non producono frutti che possono essere sfruttati anche dal punto di vista economico.

      Tutti sappiamo della bontà dei frutti prodotti da questo tipo di alberi, ma bisogna anche rimarcare la stupenda e meravigliosa colorazione assunta dai loro fiori, che durante la primavera si “esibiscono” in uno spettacolo davvero senza eguali.

      La fase iniziale dello sviluppo dei frutti sugli alberi, si chiama allegazione ed arriva subito dopo il periodo di fioritura, che avviene ovviamente in primavera.

      Gli alberi da frutta sono una delle soluzioni migliori da inserire all’interno del nostro spazio verde.

      Oltre al fatto, abbastanza ovvio, che si possono sfruttare i frutti che l’albero porta a maturazione, è facile immaginare lo spettacolo reso durante il periodo di fioritura, in primavera.

      In ogni caso, nel momento in cui abbiamo deciso di introdurre un albero da frutto all’interno del giardino o del terreno che possediamo, la prima cosa da fare è quella di informarsi e di capire le diverse esigenze che caratterizzano questo vegetale.

      In primo luogo, bisogna considerare il fatto che ogni albero presenta delle caratteristiche e delle qualità ben determinate, come ad esempio delle particolari esigenze per quanto riguarda il terreno, o ancora, il clima, oppure il periodo di potatura.

      Ovviamente noi dovremo essere in grado di rispettare tutte queste esigenze del vegetale , in modo tale da far crescere e far sviluppare nel migliore dei modi il nostro nuovo albero da frutta, che abbiamo inserito nel giardino.

      Gli alberi da frutta sono senza dubbio una delle categoria di alberi più famose, semplicemente per il fatto che producono dei frutti che vanno sulle tavole delle persone in tutto il mondo.

      Tra gli alberi da frutto, troviamo anche degli “intrusi”: ad esempio, le piante erbacee, in teoria, non dovrebbero rientrare nella categoria degli alberi da frutto, ma in realtà, per il fatto che i frutti che vengono prodotti sono poi utilizzati dall’uomo per un ritorno economico.

      Ecco perché invece altri alberi, come ad esempio il tiglio o il platano, non possono rientrare in questa categoria: non sono considerati degli alberi da frutto, per il semplice motivo che non si possono sfruttare in termini economici.

      Gli alberi da frutto sono caratterizzati, inoltre, dall’avere dei fiori coloratissimi, che abbelliscono sensibilmente il giardino in cui si trovano, in special modo durante il periodo di fioritura.

      La prima fase dello sviluppo dei frutti risponde al nome di allegazione e, in pratica, è successiva al periodo di fioritura dell’albero.

      La famiglia delle Chenopodiaceae riunisce diverse specie erbacee, annue o perenni, o talvolta arbustive, per lo più adattate a vivere su substrati con elevate concentrazioni saline.

      Per le caratteristiche degli ambienti in cui vegetano, le Chenopodiacee hanno sviluppato adattamenti particolari, come la capacità di assorbire e accumulare cospicue quantità di sali di sodio e potassio.

      Alcune Chenopodiacee sono di grande importanza agraria, largamente coltivate per la produzione di ortaggi fogliosi, radici, foraggi oppure come piante officinali.

      Fra le Chenopodiacee d'interesse agrario rientrano la Beta vulgaris utilizzata per vari scopi (ad es: barbabietola da zucchero, bietola da foraggio, bietola da coste, bietola da radice, ecc.), la Spinacia oleracea (cioè lo spinacio) e il Chenopodium quinoa (quinoa), uno pseudocereale che rappresenta la base per l'alimentazione delle popolazioni andine. Si ricorda anche la rapa, di cui si consuma cotta la grossa radice dal colore rosso vinaccio.

      Anche la nostra flora comprende numerose Chenopodiaceae.Quella delle Chenopodiaceae è una famiglia che annovera numerose specie erbacee (sia perenni che annue), e alcune arbustive, che vivono per lo più in luoghi ad alte concentrazioni saline.

      Grazie alle caratteristiche degli ambienti in cui vegetano, le Chenopodiacee hanno sviluppato particolari adattamenti, ad esempio l’attitudine ad assorbire e accumulare grandi quantità di sali di sodio e potassio.

      Grande importanza è data alle Chenopodiacee anche in ambito agrario: alcune di esse sono coltivate per la produzione di radici, ortaggi fogliosi, foraggi, o come piante officinali.

      Tra le Chenopodiacee dell’ambito agrario si ricordano la Beta vulgaris, utilizzata per diversi scopi (ad es: bietola da foraggio, bietola da coste, barbabietola da zucchero, bietola da radice, ecc.), la Spinacia oleracea (spinacio), il Chenopodium quinoa (quinoa), uno pseudocereale importante per l’alimentazione delle popolazioni andine. Importante anche la rapa, di cui viene consumata la grossa radice dal colore rosso vinaccio, cotta.

      Troviamo Chenopodiacee anche nella nostra flora.Per Chenopodiaceae intendiamo una famiglia formata da numerose specie erbacee (sia annue che perenni), e arbustive, che vivono per lo più in zone ad elevate concentrazioni saline.

      Grazie alle caratteristiche degli ambienti in cui vegetano, le Chenopodiacee hanno sviluppato aspetti specifici (ad es. l’attitudine ad assorbire e accumulare notevoli quantità di sali di potassio e sodio).

      Le Chenopodiacee hanno un ruolo importante in ambito agrario: alcune vengono coltivate come piante officinali, o per produrre radici, foraggi, ortaggi a foglia.

      Annoveriamo, tra le Chenopodiacee dell’ambito agrario: la Spinacia oleracea (spinacio), la Beta vulgaris, che viene utilizzata per svariati scopi (ad es: bietola da foraggio, bietola da coste, barbabietola da zucchero, bietola da radice, ecc.), il Chenopodium quinoa (quinoa), uno pseudocereale indispensabile nell’alimentazione delle popolazioni delle Ande. Importante anche la rapa, di cui si consuma, cotta, la radice dal colore rosso vinaccio.

      Anche nella nostra flora si trovano, inoltre, alcune Chenopodiacee.Gli alberi da frutta seguono in modo praticamente ineccepibile il trascorrere delle stagioni.

      La prima fase di sviluppo dei frutti, viene chiamata allegazione e, in pratica, si ha nel momento successivo al periodo di fioritura dell’albero.

      Di solito l’albero da frutta non ha la capacità di portare a maturazione tutti i suoi frutti, per diversi motivi: primo fra tutti, senza dubbio, il clima che può diventare un pericoloso avversario, ma anche l’attacco di parassiti e le lacune sotto il profilo nutrizionale.

      La fecondazione, quindi, si ha solamente nel momento in cui c’è una compatibilità tra polline ed ovuli che fanno nascere il seme, anche se, a dir la verità, è un procedimento che differisce da specie a specie per quanto concerne la presenza o meno del seme.

      Facendo un semplice esempio, con le pomacee e le drupacee: nelle specie che rientrano nella categoria di questi generi, nel caso in cui il seme non si riesce a formare, si otterranno davvero pochi frutti, o addirittura anche nessuno.

      La famiglia delle Chenopodiaceae annovera diverse specie erbacee, sia annue che perenni, e talvolta arbustive, adattate per lo più a vivere in luoghi con elevate concentrazioni saline.

      Grazie alle caratteristiche degli ambienti in cui vivono, le Chenopodiacee hanno sviluppato adattamenti particolari, come la capacità di assorbire e accumulare grosse quantità di sali di potassio e sodio.

      Le Chenopodiacee hanno anche grande importanza agraria, alcune sono largamente coltivate per la produzione di ortaggi fogliosi, radici, foraggi oppure come piante officinali.

      Fra le Chenopodiacee dell’ambito agrario troviamo la Beta vulgaris, utilizzata per vari scopi (ad es: barbabietola da zucchero, bietola da coste, bietola da foraggio, bietola da radice, ecc.), la Spinacia oleracea (ovvero lo spinacio) e il Chenopodium quinoa (quinoa), uno pseudocereale che costutisce la base alimentare delle popolazioni andine. Ricordiamo anche la rapa, di cui si consuma cotta la grossa radice dal colore rosso vinaccio.

      Anche nella nostra flora troviamo parecchie Chenopodiaceae.Quella delle Chenopodiaceae è una famiglia composta da parecchie specie erbacee (sia perenni che annue), e anche arbustive, che vivono per lo più su substrati ad alte concentrazioni saline.

      Proprio per la peculiarità degli ambienti in cui vegetano, le Chenopodiacee hanno sviluppato particolari caratteristiche, come l’attitudine ad assorbire e accumulare grandi quantità di sali di sodio e potassio.

      Notevole importanza è data alle Chenopodiacee in ambito agrario: alcune di esse vengono coltivate per la produzione di radici, foraggi, ortaggi fogliosi, o come piante officinali.

      Tra le Chenopodiacee dell’ambito agrario abbiamo la Beta vulgaris, usata per svariati scopi (ad es: bietola da foraggio, bietola da coste, barbabietola da zucchero, bietola da radice, ecc.), la Spinacia oleracea (spinacio), il Chenopodium quinoa (quinoa), uno pseudocereale importante nell’alimentazione di alcune popolazioni delle Ande. Rilevante anche la rapa, di cui viene consumata la grossa radice dal colore rosso vinaccio, cotta.

      Anche nella nostra flora troviamo alcune Chenopodiacee.Gli alberi da frutta sono tutti quegli alberi che hanno la capacità di produrre dei frutti, compresi quelli che vengono utilizzati dall’uomo sia per l’alimentazione che per degli scambi commerciali che assicurino un ritorno economico.

      Proprio per questo motivo fanno parte della categoria degli alberi da frutto anche delle piante erbacee come, ad esempio, il cocomero, il melone, le fragole, oppure delle piante rampicanti o arbustive, come vite e lampone.

      Non rientrano invece nella categoria degli alberi da frutto, tutti quegli alberi come tiglio, platano e così via, dato che i loro frutti non si possono sfruttare il termini economici.

      Gli alberi da frutto, oltre alla mera funzione di produrre dei frutti molto buoni, rendono anche migliori, dal punto di vista estetico, i nostri giardini, per merito sicuramente dei loro fiori colorati, che seguono e scandiscono il passare delle stagioni in modo pressoché perfetto.

      Ovviamente, chi ha intenzione di piantare un albero da frutto all’interno del proprio giardino, deve assicurarsi prima di avere lo spazio ed i mezzi necessari per portare avanti le diverse fasi di vita dell’albero stesso.

      Le fasi di sviluppo degli alberi da frutta sono ben distinti e riconoscibili.

      Prima di tutto, vi è la fase di fioritura dell’albero, a cui segue la fase in cui i frutti si sviluppano: quest’ultima parte è chiamata allegazione.

      Di solito, bisogna sottolineare come l’albero non riesca a portare a compimento la maturazione di tutti i suoi frutti, ma ne può lasciare qualcuno “per strada”: ciò avviene per diversi motivi.

      Innanzitutto, vi può essere un clima difficile e avverso, ma altre cause ben riconoscibili possono essere la presenza di parassiti oppure delle carenze sotto il punto di vista nutrizionale.

      E’ abbastanza ovvio il fatto che la fecondazione avviene solamente se c’è una corrispondenza tra polline ed ovuli, che hanno la caratteristica funzione di far nascere il seme.

      Anche se, tuttavia, bisogna considerare il fatto che non per tutte le specie è così, soprattutto a riguardo della presenza del seme, che può anche non esserci.

      Altri casi possono arrivare dalle drupacee e dalle pomacee, i cui frutti non nascono oppure nascono, ma in quantità ridotta, nel caso in cui non si sia formato il seme al loro interno.

      Quella delle Chenopodiaceae è una famiglia che comprende svariate specie erbacee (sia annue che perenni), e alcune arbustive, che si trovano per lo più in luoghi a elevate concentrazioni saline.

      Per le caratteristiche degli ambienti in cui vivono, le Chenopodiacee hanno sviluppato adattamenti particolari, come la capacità di assorbire e accumulare elevate quantità di sali di potassio e sodio.

      Le Chenopodiacee sono anche molto importanti nell’ambito agrario, alcune sono coltivate per la produzione di radici, ortaggi fogliosi, foraggi, o come piante officinali.

      Tra le Chenopodiacee dell’ambito agrario: la Beta vulgaris, usata per vari scopi (ad es: bietola da coste, barbabietola da zucchero, bietola da foraggio, bietola da radice, ecc.), la Spinacia oleracea (ovvero lo spinacio), il Chenopodium quinoa (quinoa), uno pseudocereale importante nell’alimentazione delle popolazioni andine. Ricordiamo anche la rapa, di cui si consuma la grossa radice dal colore rosso vinaccio, cotta.

      Troviamo alcune Chenopodiacee anche nella nostra flora.Per Chenopodiaceae si intende una famiglia costituita da una gran quantità di specie erbacee (sia annue che perenni), e arbustive, localizzate principalmente in zone ad alte concentrazioni saline.

      Grazie alle caratteristiche degli ambienti in cui si trovano, le Chenopodiacee hanno sviluppato aspetti particolari (come la capacità di assorbire e accumulare ingenti quantità di sali di sodio e potassio).

      Le Chenopodiacee hanno un ruolo importante nell’ambito agrario: alcune di esse sono coltivate come piante officinali, altre per produrre radici, foraggi, ortaggi a foglia.

      Importanti, tra le Chenopodiacee dell’ambito agrario: la Spinacia oleracea (spinacio), la Beta vulgaris, usata per vari scopi (ad es: bietola da foraggio, bietola da coste, barbabietola da zucchero, bietola da radice, ecc.), il Chenopodium quinoa (quinoa), uno pseudocereale importantissimo nell’alimentazione delle popolazioni andine. Si ricordi inoltre la rapa, di cui si consuma, cotta, la radice dal colore rosso vinaccio.

      Anche nella nostra flora è possibile trovare alcune Chenopodiacee.